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La sicurezza non è un incidente

Il Blog di Marzio Marigo

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Postilla » Sicurezza » Il Blog di Marzio Marigo » Infortunistica » Proviamo a misurare la nostra percezione del rischio?

19 febbraio 2013

Proviamo a misurare la nostra percezione del rischio?

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Abbiamo già avuto occasione di illustrare quanto la percezione del rischio influenzi i nostri comportamenti sia singoli sia di gruppo.

La percezione personale del rischio influenza la rappresentazione e la narrazione che noi diamo della realtà che ci circonda. In relazione a tale narrazione, ci formeremo opinioni, svilupperemo attitudini e adotteremo comportamenti.

Purtroppo, nei casi in cui la percezione del livello di rischio risulti difforme dal rischio reale, i comportamenti conseguenti possono esporre a rischi indebiti. Viviamo o noi nella Società del Rischio teorizzata dal Ulrich Beck?

Attenendoci alla interpretazione classica, gli incidenti sul lavoro sono ascrivibili alla presenza di due condizioni concomitanti:

  • Condizione di rischio
  • Comportamento a rischio

Vogliamo, a questo proposito sottoporci ad un breve test di percezione?

Vi chiedo di mettere in ordine i seguenti fattori, elencandoli in relazione alla mortalità annua (in Italia) ad essi associata. I fattori sono i seguenti:

  1. AIDS
  2. Alcol
  3. Alimentazione scorretta
  4. Cause di decesso non dovute a malattia
  5. Incidenti stradali
  6. Influenza stagionale
  7. Infortuni domestici
  8. Infortuni sul lavoro
  9. Tabacco

Quale tra questi fattori causa più morti in Italia? E quale meno?

Qui trovate la soluzione, con tutti i riferimenti giustificativi del caso.

La soluzione è liberamente utilizzabile, citando la fonte, ad un patto. Che mi diciate, qui sotto, come è andato il vostro test. :-)

Letture: 11671 | Commenti: 12 |
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12 Commenti a “Proviamo a misurare la nostra percezione del rischio?”

  1. ugo fonzar scrive:
    Scritto il 19-2-2013 alle ore 20:45

    male direi la mia classifica!

    ero partito dagli incidenti stradali
    e … stasera sto “leggero” allora …

    :)

  2. Daniele scrive:
    Scritto il 19-2-2013 alle ore 21:56

    Toppato in pieno, avrei detto infortuni domestici per primo e incidenti stradali per secondo.

    Seguirò il consiglio di Ugo.
    Mandi

  3. roberto scrive:
    Scritto il 19-2-2013 alle ore 22:39

    Pure io ho sbagliato…
    pensavo al tabacco come prima fonte ma adesso che hanno inventato le sigarette elettroniche ha ceduto il passo!

    Seguiremo il consiglio di Ugo, ma con moderazione!
    :D

  4. Antony scrive:
    Scritto il 20-2-2013 alle ore 09:00

    Io pensavo 1)incidenti stradali 2)fumo 3)Infortuni domestici. Chissà se esiste una fonte più recente (rispetto al 1981 indicato) per l’alimentazione scorretta? Anche perchè dal 1981 al 2013, magari saranno cambiate le abitudini alimentari…probabilmente il dato però non cambia più di tanto.
    PS = Quasi quasi acquisto il saggio di Beck, che pare stimolante.
    Grazie Marzio.

  5. Andrea Rotella scrive:
    Scritto il 20-2-2013 alle ore 16:09

    Io ho beccato i primi due, ma mi sa che non ho capito la terza causa e al terzo posto avevo messo l’alcol.
    Questo se ci si limita alle cause elencate.
    Di problematiche ambientali, che comprendono:

    • Air, soil & water pollution with chemicals or biological agents
    • Ultraviolet and ionizing radiation
    • Built environment
    • Noise, electromagnetic fields
    • Occupational risks
    • Agricultural methods, irrigation schemes
    • Anthropogenic climate changes, ecosystem degradation
    • Individual behaviors related to the environment, such as hand-washing, food contamination with unsafe water or dirty hands.

    nel 2004 ne sono morti 88120, di cui oltre 10000 sono da attribuirsi a inquinamento atmosferico (Fonte OMS).
    Qui ci sono dati interessanti:
    http://apps.who.int/gho/data/?theme=main

  6. Marzio Marigo scrive:
    Scritto il 20-2-2013 alle ore 16:34

    @Ugo, Daniele e Roberto: ok leggeri, ma non esageriamo, ok?
    @Antony: lo studio è del 1981 (Doll R, Peto R. The causes of cancer: quantitative estimates of avoidable risks of cancer in the United States today. Journal of the National Cancer Institute. 1981. 66(6):1191-1308) ed ha quasi 5400 citazioni su google scholar. Insomma è il riferimento su questi argomenti ed è diffusamente citato dagli oncologi. Di seguito riporto il link alla tabella alla quale ho fatto riferimento:

    https://dl.dropbox.com/u/7111153/Doll_Peto_1981.jpg

    @Andrea: Si, manca l’inquinamento ambientale. Lo volevo includere, poi ho visto che la quantificazione ha una varianza estesissima, c’è il problema controverso delle micropolveri. Insomma non ero sicuro sui numeri. Grazie.

    :-)

  7. Massimo Ciaponi scrive:
    Scritto il 20-2-2013 alle ore 21:35

    325 Questa la mia stima. Se interessa, l’aver individuato il primo è dovuto ad una mia recente lettura.
    Comunque, se il trend è la decrescita, più o meno rapida, l’uomo bianco presto non morirà più per l’alimentazione scorretta. La cicoria la farà da padrone e le anse intestinali ringrazieranno, libere dalle tossine animali. Potremo fare a meno del Danacol (come mai in Africa non esiste l’osteoporosi?) e avremo (avranno?) qualche possibilità in più di schiattare di freddo.

  8. Pietro scrive:
    Scritto il 21-2-2013 alle ore 10:15

    Non male direi, ho indovinato il secondo e l’ultimo.
    Influenzato da una canzone degli Skiantos degli anni 80 avevo messo l’alcool al primo posto, ma la distanza fra la posizione da me indicata e quella vera è stata al massimo di tre posti e, in media, di meno di due posti

    riguardo alle condizioni concomitanti direi che la seconda indicata, il comportamento a rischio, è di gran lunga la più critica.

    Una condizione di rischio elevato può essere fortemente mitigata a fronte di comportamenti improntati alla sicurezza, mentre una condizione di rischio oggettivamente lieve, può essere estremamente pericolosa in presenza di un atteggiamento superficiale al riguardo.

  9. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 21-2-2013 alle ore 21:07

    1) tabacco (fumatore passivo….)
    2) incidenti stradali (quotidiana lettura di LatinaOggi on line….)
    3) alimentazione scorretta
    4) infortuni domestici (dal sospetto che nessuno ne parla, ma ho sempre qualche nuovo taglio acquisito in casa…)
    5) infortuni sul lavoro (nessuno più ne parla…)
    6) cause di decesso non dovute a malattia (un po’ vago, l’ho collocato “a caso”)
    7) alcol (se si estrae dalle cause degli incidenti stradali)
    8) influenza stagionale (ma solo perchè si tace sui reali effetti delle “influenze”:in altre epoche sono state chiamate “pesti”), è mio parere che la loro incidenza sulla mortalità sia da verficare (ora sottostimata. Esperienza personale.
    9) AIDS (non più di moda; ma che fine ha fatto?)

    Salute nèh!

    Corrado

  10. Rosa scrive:
    Scritto il 22-2-2013 alle ore 11:25

    sbagliato in pieno, non avrei pensato mai che la prima causa fosse legata all’alimentazione scorretta.

  11. maria antonietta scrive:
    Scritto il 24-2-2013 alle ore 20:51

    solo il tabacco mi ha dato ragione…. Bacco invece mi ha tirato le orecchie…..

  12. Nicola scrive:
    Scritto il 25-2-2013 alle ore 10:18

    Buongiorno! Io avevo pensato così: 1) Alcol, 2) Alimentazione scorretta; 3) Tabacco; 4) Incidenti domestici; 5) Incidenti stradali; 6) Cause non dovute a malattia…; 7) Incidenti sul lavoro; Influenza stagionale; 9) Aids…

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