2 settembre 2009
300 Pagine. Oppure 30?
Caso 1
Lo scorso Week End si era accesa una spia sul cruscotto dell’auto. Sconosciuta. Dato che il pittogramma che essa rappresentava risultava completamente oscuro, mi sono avventurato, affamato di informazioni, nel manuale di uso e manutenzione riposto all’interno del cassetto portaoggetti e, nel giro di 10 minuti, sono venuto a capo del significato di quel segnale un po’ ostile. Il manuale sfogliato era composto da 6 fascicoli per un totale complessivo di 377 pagine.
Caso 2
Recentemente mi sono deciso ad acquistare un nuovo orologio. Era da un pò che l’ammiravo dietro ad una vetrina. Alla fine, d’impulso, ho comprato l’oggettino. A casa, non comprendendo come funzionasse la sincronizzazione sul segnale radio emesso da chissadove, ho dato un’occhiata al manuale di uso e manutenzione: 505 pagine di cui 84 in italiano. Per un orologio.
Caso 3
La fornitura del plotter del mio ufficio risulta comprensiva di un manuale di 259 pagine. In questo caso, però, viene dato pure in dotazione un pieghevole formato A3 con tutte le informazioni indispensabili. Utilizzo la macchina da circa un anno e non ho mai avuto necessità di ulteriori informazioni, oltre a quelle presenti nel pieghevole.
Caso 4
A seguito di un nuovo acquisto, chiedo ad un cliente di inviarmi la copia del manuale di uso e manutenzione dell’attrezzatura di lavoro acquistata. Composto da 157 pagine, nel capitolo finale, intitolato “Risoluzione dei problemi”, sono riportate alcune FAQ comuni tra cui la seguente.
Problema: La macchina non si avvia. Soluzione: Inserire la spina.
Giuro.
Caso 5
In occasione delle valutazione del rischio di esplosione (ATEX) di norma mi faccio consegnare i manuali delle più importanti attrezzature di lavoro presenti in azienda. Nel caso di una rilevante impresa alimentare, il manuale d’uso del loro più importante impianto, cuore dell’intera produzione, recava a pagina 5, il seguente avvertimento (corpo – circa – 30, grassetto): “Il prodotto trattato dal seguente impianto non è destinato al consumo umano”.
Caso 6
Un recente studio statunitense ha rilevato che nel 73% dei casi, i seggiolini d’auto per bimbi, sono installati scorrettamente. Tre seggiolini su quattro. Il responsabile dello studio individua la causa nel fatto che i genitori non leggono le istruzioni d’uso.
Potrei continuare per un altro po’, ma non vorrei annoiare. Mi pongo ora le seguenti domande:
1) A cosa serve un manuale di uso e manutenzione, oltre a garantire il costruttore della macchina da eventuali rivalse dell’utilizzatore?
2) Un manuale di 300 pagine non è un incentivo ad arraggiarsi e a cercare di comprendere da sè come funzione una macchina, facendo in proprio gli errori che i manuali di uso e manutenzione dovrebbero evitare?
3) A che serve un manuale infarcito di pittogrammi di pericolo, divieto, attenzione ecc. posizionati a bordo pagina? Un segnale visivo di pericolo all’interno di un manuale può essere utile. Dieci segnali meno. Cento infastidiscono soltanto.
PS – Hallinan J. T., Il metodo antierrore, Newton Compton, 2009
Scritto il 3-9-2009 alle ore 05:13
progettare oggetti senza la necessità di un manuale è un’arte
pensare di immettere sul mercato un oggetto senza una istruzione chiara, semplice e che tenga conto della perspicacia di chi la userà, oltre una violazione delle direttive europee, è un rischio elevato
Consiglio la lettura di:
La caffettiera del masochista. Psicopatologia degli oggetti quotidiani – Norman Donald A.
Scritto il 7-9-2009 alle ore 12:35
La questione dei manuali e delle istruzioni è un problema annoso.
Il manuale tutela tanto chi costruisce quanto che utilizza, o almeno questa sarebbe la logica funzione,
Innanzitutto direi che sarebbe interessante distinguere il manuale d’uso da quello di manutenzione (se esiste) essendo nella maggioranza dei casi destinati a personale differente per fasi di vita dell’oggetto differenti: si ridurrebbero sensibilmente le dimensioni.
In secondo luogo, sarebbe interessante ricorrere a sistemi audio video che mostrino come usare l’oggetto.
Nel settore delle macchine le interfacce HMI hanno oramai raggiunto livelli di prestazioni tali da rendere il manuale “tradizionale” obsoleto, se non fosse che la diffusione di tali sistemi è ancora molto limitata,
Come terza osservazione direi che nella progettazione di oggetti di uso quotidiano come ad esempio i seggiolini per bambini, oltre alle caratteristiche di sicurezza, impera il design ma viene scarsamente cercata la soluzione di montaggio semplice ed intuitiva, perchè spesso non è facile accordarla ad un design.
In conclusione quindi sarebbe opportuno ridurre le pagine di un manuale aumentando la semplicità di interazione fra oggetto ed utilizzatore.
Scritto il 8-9-2009 alle ore 06:32
@ Ugo Fonzar: Grazie del riferimento!
@ Serafino Frongia: In effetti l’aspetto estetico può essere un ostacolo alla fruibilità di un oggetto.
Ciao
Scritto il 9-9-2009 alle ore 15:47
…e se poi dopo avere sfogliato 300 pagine ci si ritrova a leggere testi in italiese/tecnichese?
Si chiude il manuale e si procede per tentativi. Forse l’idea del video può essere buona, dipende però da com’è fatto, quanto dura, ecc.
Secondo me potrebbe essere sufficiente un maggiore impegno in questo senso (e/o un corso di comunicazione) rivolto a costruttori e redattori di manuali.
Scritto il 10-9-2009 alle ore 06:46
@ Chiara: a mio parere hai colto uno tra i più importanti aspetti relativi al recepimento delle direttive di prodotto.
Non è infatti previsto alcun percorso formativo istituzionale, nemmeno volontario, che permetta di acquisire le necessarie competenze utili a marcare CE una macchina.
Non è così nel settore degli impianti, governato dal DM 38/07, non è così nel settore della sicurezza sul lavoro, rigidamente normato dal TUSic.
Sono d’accordo sul fatto che un percorso formativo reso obbligatorio costituirebbe un vincolo alla libera circolazione delle merci, ma questo non giustifica questo panorama di totale desolazione.
Ciao
Marzio
Scritto il 28-9-2009 alle ore 21:23
Innanzitutto quoto il commento di @Ugo Fonzar e la lettura del libro consigliato dove si parla della usabilità degli oggetti.
Nel libro citato, se non ricordo male, viene riportato il caso di un quadro comandi di una centrale nucleare che presenta due leve: una con uno scopo e l’altra con uno scopo contrario, tipo una chiude e l’altra apre un certo circuito. Le leve, però, erano esattamente uguali ed allora gli addetti alla centrale installarono due diverse leve, di quelle usate per spinare la birra, in modo da distinguere i comandi: incredibile !
Poi, da persona che segue gli aspetti assicurativi, devo dire che i manuali d’uso sempre più spinti sono anche frutto di una cultura americana secondo la quale si deve dire tutto (istruzioni a prova di stupido) anche le cose che magari, a noi europei, paiono le più ovvie poiché, se non mi dici che non posso fare quella cosa io la faccio e poi ti faccio causa per difetto di prodotto.
D’altronde, negli USA, si trovano avvisi tipo questo: “Tuo figlio ha qualche problema a scuola? Chiamaci perché potremmo fare causa all’ospedale dove è nato in quanto il cervello del bimbo potrebbe aver subito qualche danno a causa dei medici“. Studio legale Perry Mason
Scritto il 29-9-2009 alle ore 18:27
@ Mauro Del Pup: Bella considerazione. Troppa cautela = nessuna cautela. Grazie all’avv. Mason ed ai suoi accoliti…
Ciao
Marzio