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La sicurezza non è un incidente

Il Blog di Marzio Marigo

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Postilla » Sicurezza » Il Blog di Marzio Marigo » Igiene e sicurezza del lavoro » L’Apollo è ancora tra noi?

20 luglio 2009

L’Apollo è ancora tra noi?

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Lo scorso anno in questo periodo ero in vacanza in Florida. Nell’ultima parte del viaggio mi ero ripromesso di visitare il Kennedy Space Center di Cape Canaveral. Volevo vedere “dal vivo” lo Space Shuttle, la tuta di Armstrong, la Cuff Checklist dell’Apollo 11, le pietre della luna. Cose così, un po’ banali, come fa ogni turista che visita la Florida.

Non avevo però fatto i conti con il “Tropical Storm Fay“.

Ho dovuto acquistare una cerata, trascorrere quattro giorni a Cocoa Beach sotto una pioggia orizzontale che mai avevo visto e, soprattutto, abbandonare l’idea di vedere Cape Canaveral e i suoi missili.

A ricordo dell’avventura dello scorso anno mi rimangono tuttavia un paio di DVD sulla missione Apollo (illeggibili con il mio driver: sono americani), acquistati in aeroporto ad Orlando che mi guardano mesti dalla libreria.

Per fortuna in questi giorni ricorre l’anniversario dello sbarco dell’uomo sulla luna e sia nei giornali, sia in rete, sia in TV ho modo di appagare parzialmente la curiosità, nata da bimbo e che mi accompagna da sempre.

Il 20 luglio del 1969 il LEM, con a bordo Neil Armstrong e “Buzz” Aldrin, atterra nel Mare della Tranquillità e consente agli USA di vincere la sfida contro l’URSS, a circa otto anni dal guanto di sfida lanciato da JFK il 25 maggio 1961.

 kennedy

Ma perché gli USA sono arrivati sulla luna e l’URSS, pur avendoci provato con tutte le forze, ha infilato un insuccesso dietro l’altro?

E, soprattutto, che c’entra tutto questo con un Blog sulla sicurezza nel lavoro?

Una tra le possibili risposte si chiama “albero dei guasti” (Fault Tree Analisys, FTA), una tecnica di analisi di rischio sviluppata nei primi anni ’60 dai laboratori della Bell Telephone statunitensi in collaborazione con l’USAF.

Tale tecnica, adottata nel 1966 dalla Boeing, fu utilizzata estesamente per l’analisi del rischio dell’intero progetto Apollo a seguito dell’incendio dell’Apollo 1 che uccise, bruciandoli in un’atmosfera sovra ossigenata, i tre astronauti a bordo.

In ambito industriale, questa modalità di analisi è una delle più potenti tra quelle a disposizione per la valutazione degli scenari di incidente tecnologico (settore chimico, aeronautico, nucleare, ecc.) nonché per lo sviluppo di metodologie di manutenzione centrate sull’affidabilità (Reliability Centered. Maintenance, RCM) e per il calcolo dell’affidabilità dei circuiti di comando e controllo secondo le norme tecniche della serie EN 61508 e 61511. 

Una volta individuato l’evento apicale da studiare (Top Event), la tecnica consente di calcolare la probabilità di accadimento di tale evento, attraverso un’analisi a ritroso dei fattori e delle frequenze di guasto coinvolte nell’incidente.

schema

Uno dei principali vantaggi di questa metodica è quindi collegabile al fatto che essa, basandosi sulla logica booleana, sfrutta tutta la potenza della formalizzazione matematica.

Operativamente quindi si “spazzolano” tutti gli scenari di incidente con l’Hazop e ci si concentra con la FTA sui soli casi meritevoli di approfondimento.

Gli svantaggi sono invece legati all’estrema variabilità dei dati di affidabilità di ingresso (legata alla fonte/banca dati che si utilizza) e alla laboriosità del metodo, anche in presenza di impianti di modesta complessità.

Quindi, in conclusione, il motivo che unisce il LEM di quarant’anni fa all’impianto chimico moderno è la metodologia con la quale si sono analizzati i rischi di entrambi.

Metodologia chiamata “albero dei guasti”.

 …  L’Apollo è ancora tra noi …

Letture: 33378 | Commenti: 3 |
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3 Commenti a “L’Apollo è ancora tra noi?”

  1. Ugo Fonzar scrive:
    Scritto il 20-7-2009 alle ore 18:25

    L’ho usato qualche volta (e mi piacerebbe rifarlo) e il metodo è interessante e capisci un po’ di cose del tipo:
    – se non hai un hazop o un fmea buono … trovi top-events non sempre al top (o te ne dimentichi qualcuno importante) – la ricostruzione storica degli eventi + la valutazione dei rischi qualitativa è importante ma non basta quindi
    – se non hai dati di affidabilità decorosi non sai che pesci pigliare e spari numeri a caso
    – che se tutte le valutazioni dei rischi le facessimo così costerebbero molto di più ma forse gli errori si abbasserebbero

    Quindi la FTA è da usare secondo me quando ne vale la pena… e qui si apre un dibattito grosso direi per dire “quando ne vale la pena”… giusto?

    —

    Ah, una cosa ancora: ma wikipedia aveva pubblicato prima o dopo la tua partenza il Tropical Storm Fay? nel senso che è meglio sempre legger prima wikipedia o no?
    ok ok… fa caldo… :) scusate …

  2. Andrea Rotella scrive:
    Scritto il 20-7-2009 alle ore 19:42

    Quando ne vale la pena? Tutte le volte che è necessario.
    Per mandare un cristiano sulla luna vale la pena farsi due calcoli. Credo che tutta la lunghissima procedura che precede il lancio ed il check che viene eseguito, sia fatto su questa base: avranno determinato le principali 2000-3000 fasi critiche e terminato l’albero dei guasti lì.

    P.S.
    C’è un bel libro di Oriana Fallaci (“Se il sole muore”), in cui lei intervista gli astronauti delle prime missioni, prima del primo lancio sulla luna e racconta benissimo e da protagonista come il mondo intero e gli Stati Uniti in particolare abbiano vissuto la lunga attesa del lancio e l’avvenimento. Inoltre rivolge uno sguardo agli astronauti “come non li avete mai visti”… Mi è piaciuto molto

    N.B.
    Il libro è stato scritto ovviamente negli anni ’60, dunque è precedente all’11 settembre ed alla “mutazione” umana e letteraria di Oriana Fallaci, quindi dovrebbe andar bene a tutti, anche a quelli che non hanno visto di buon occhio le sue ultime esternazioni.
    Un’ottima lettura per l’estate…

  3. Marzio Marigo scrive:
    Scritto il 21-7-2009 alle ore 13:02

    Quando ne vale la pena? Non è una domanda semplice.
    Ne vale la pena quando lo decide il gruppo di lavoro che elabora la valutazione.
    E che si assume la responsabilità della scelta sulla base degli scenari credibili di incidente che si è dato (su questa cosa mi riprometto di tornarci).

    Per quanto riguarda il libro lo ordino di sicuro. L’Oriana Fallaci di “Niente e così sia” era avvincente. Mi era molto piaciuta (ed il periodo del Vietnam coincide – circa – con quello dell’Apollo).

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  • 30 aprile 2012, albero dei guasti, Amianto, ATEX, atmosfere esplosive, Bhopal, BLEVE, Campi elettromagnetici, Capo IV, caricamento serbatoi infiammabili, Center for Chemical Process Safety, Cigno Nero, D.Lgs. n. 81/08, Direttiva 2004/40/CE, Direttiva macchine, errore umano, esplosione, Esposizione della popolazione, Fault Tree Analisys, Fault Tree Analysis, Formazione alla sicurezza, Fukushima, gas infiammabili, Impianti Nucleari, Informazione dei lavoratori, Informazione e formazione, Manuale di uso e manutenzione, Medicina del lavoro, movimentazione manuale dei carichi, percezione del rischio, protezione contro le esplosioni, rischio atmosfere esplosive, rischio chimico, rischio percepito, rumore, sfogo delle esplosioni, sicurezza degli impianti, Sicurezza sul lavoro, Titolo VIII, Titolo XI, Top Event, valutazione dei rischi, Valutazione del rischio, VCE, venting
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